30 maggio 2024

Comunicazione: Fine elenco idee

Da domani non verranno più pubblicati post con idee o suggerimenti. Mancano tre settimane al 21 giugno o poco più di quattro al giorno della celebrazione di San Giovanni a Pereto.

Quando si fa una ricetta, preparati tutti gli ingredienti, nel nostro caso le idee di questo blog, allora si passa alla preparazione per ottenere qualche risultato.

Tutto quello raccontato nei vari post sarà inserito in una pubblicazione da lasciare ai posteri, almeno una traccia da seguire per prossime manifestazioni. 

Invito a rivedere le idee proposte in questo blog per la manifestazione; sono state tutte raccolte in un tabellone elettronico (fai click sul link per accedervi), come evidenziato in un precedente post.

Se qualche volontario intende proporsi come realizzatore di una o più delle idee proposte, lo segnali al presidente della confraternita o al sindaco.

L'obiettivo dei 500 anni della chiesa di San Giovanni Battista non è quello di dire: io c’ero a quell’evento, bensì: io ho fatto qualcosa per Pereto.

Chi 'on mete, 'on va alla mola

A casa, ogni sera, alla conclusione della giornata, mia madre, Siena 'egliu Ramarru, ovvero Giordani Siena, controllava che tutto era a posto: rubinetti dell'acqua chiusi, luce spenta e gas chiuso. Controllava quello che c'era in frigo e cosa si poteva cucinare il giorno successivo. Controllava che papà avesse il cambio del vestito pulito e poi passava vicino ai nostri letti per controllare che dormissimo. Dopo Carosello dovevamo stare tutti a letto per essere pronti per il giorno dopo. Se serviva, si metteva a stirare qualche indumento necessario per urgenze o rammendava qualche panno. A mezzanotte circa si metteva a letto, la giornata era finita. Ancora pensava a cosa fosse andato bene o male durante la giornata (un resoconto) e cosa si doveva fare il giorno dopo o quelli a seguire (un progetto). Questa è stata la vita di una madre di vecchio stampo.

Con i pensieri serali di Siena si possono fare delle considerazioni sull'evento dei 500 anni della chiesa di San Giovanni Battista. 

Acqua passata 'on macina più, ovvero quello che è stato fatto è fatto. 

A manifestazione conclusa, vanno rimessi a posto gli attrezzi utilizzati, inviati i messaggi di ringraziamento, scrivere qualche articolo, controllare che non siano stati dimenticati qualcuno o qualcosa. Va chiusa la manifestazione e così si è pronti per le sfide del futuro.

Se l'evento  che verrà celebrato sarà stato utile per il paese, se avrà prodotto qualcosa, se si poteva fare di più o meglio lo diranno i posteri. Mi aiuto con un proverbio: Chi 'on semina, 'on raccolle. Di aiuto è pure questo proverbio: Chi 'on mete, 'on va alla mola.

Finora le processioni più lunghe svolte a Pereto hanno raggiunto la località La Mola. Se Pereto sarà riuscito con gli eventi in programma ad andare oltre La Mola lo dirà la Storia.

29 maggio 2024

Chi tè da fa, ‘on dorme

Uno dei pastori di Pereto fu Giacuminu, all'anagrafe Sciò Giacomo. Il giorno portava le sue pecore per i pascoli della pianura e la sera tornava a casa dopo una giornata di lavoro passata ad inseguire pecore, cani e qualche animale che dava fastidio al suo gregge. La vita del pastore era dura; doveva allevare più pecore e produrre più latte e carne. La vendita o il baratto significava la sopravvivenza in una economia povera.

Uno dei metri di misura di un pastore era il numero di pecore, ovvero più pecore, più abbondanza. Un'altra unità di misura era la rete dello stazzo.

Per non portare le pecore a dormire nell'ovile, le si facevano pernottare in un'area (u stazzu) delimitata da una rete realizzata da corde intrecciate e tese mediante dei paletti infissi nel terreno.

Al termine della giornata le  pecore andavano a "riposare" dentro lo stazzo. Più erano le pecore, più era grande lo stazzo e di conseguenza più lunga era la rete che lo delimitava. Rete lunga significava molte pecore e quindi più guadagno.

Nel ventunesimo secolo, era di Internet, si parla sempre più di fare rete, ovvero condividere risorse per far nascere più possibilità, Così più si allarga la rete e più aumentano le possibilità economiche, di scambio, di relazioni.

Per fare rete basta condividere tra più persone un obiettivo o delle risorse. Nel caso dei 500 anni basta condividere un messaggio con più mezzi possibili e con più persone. Si veda quanto scritto in uno dei post precedenti in cui si suggeriva l'idea di creare dei biglietti digitali (per chi è di Pereto, il post di Anna la postina).

Oltre a questa idea si può farne un'altra. Nelle vetrine dei negozi e dei bar, all'ingresso della scuola, del comune, delle chiese, nelle bacheche municipali va collocato un foglio di carta con sopra qualche scritta che invita ad inquadrare un codice QR che rimanda ad un sito web.

Su questo sito si possono aggiungere, aggiornare o cancellare notizie in base al passare del tempo ed all'avvicinarsi dell'evento dei 500 anni.

Basta fare una stampa di questo foglio e metterlo in bella vista. Se sabato o domenica prossima arriva un visitatore a Pereto e vede questo foglio, vede il codice e lo inquadra, da li scopre che Pereto si è attivato per celebrare una ricorrenza unica. Per curiosità qualcuno inquadrerà il codice e può sapere da subito che c'è un evento in programma in paese.

Questa la proposta del foglio/locandina, da scaricare e da apporre nei punti citati o quelli che ognuno pensa più idonei.

Per costruire uno stazzo e quindi installare una rete comportava un lavoro notevole per un pastore, Giacuminu lo sapeva. Cominciare a realizzare una rete con un codice QR ci vuole solo la volontà di affiggerlo, poi qualcuno aggiornerà le notizie sul sito web. Locali e forestieri, curiosi e "turisti di giornata" saranno informati ed aggiornati.

Un codice QR fa molto di più di un manifesto cartaceo. Se qualcuno lo inquadra ed il codice è collegato ad un sito, il link rimane memorizzato nel cellulare ed in ogni momento l'utente del cellulare lo può richiamare per visualizzare aggiornamenti, cosa che non è possibile con un manifesto di carta.

Grado di difficoltà nello stampare il foglio ed apporlo da qualche parte: prossimo a zero.

Non sempre cambiare equivale a migliorare, ma per migliorare bisogna cambiare.

‘on se dice quantu ce si missu, ma chi j’à fattu

Uno dei ruoli più strani in paese era quello della maestra. Per tradizione la donna doveva stare in casa, prepararsi il corredo andando a piantare, zappare, innaffiare. raccogliere, mettere a macerare, maciullare, sfilacciare, filare e tessere la canapa (se non lo faceva, con grossa probabilità non si poteva sposare non avendo il corredo realizzato con la canapa). A queste attività si aggiunga il controllo dei figli o il trasportato del mangiare al marito quando questi stava in montagna o in campagna a lavorare e non poteva ritornare per il pranzo. Mettiamoci pure che alcune seguivano i mariti pastori nella transumanza invernale. Il grado di analfabetismo maschile era alto, quello femminile era maggiore. Un donna maestra era una aliena per la gente del paese.

Mi viene in testa una delle tante maestre nate a Pereto e che hanno insegnato a Pereto, La maestra Maria, all'anagrafe Balla Maria. Molti anziani la ricordavano attenta, puntigliosa, precisa. La sua famiglia era una famiglia di maestri (la sorella, il marito, il cognato, la nipote). Le maestre nate a Pereto provenivano da famiglia benestante, altrimenti andavano a svolgere la vita della donna di casa (vedi quanto scritto sopra); così fu per La maestra Maria.

I compiti delle maestre erano tanti, eccone alcuni particolari: il richiamo al rispetto degli orari di ingresso a scuola (al mattino le ragazze prima di andare a scuola andavano ad accudire gli animali di famiglia), controllo dei capelli (i pidocchi regnavano sovrani sulla testa soprattutto delle ragazze che avevano i capelli più lunghi dei maschi). Dovevano fare in modo che le alunne seguissero le lezioni ed avessero nuove conoscenze per evolversi dalla vita rurale.

Il compito "noioso" era quello di riportare nei registri l'avanzamento delle singole alunne (presenze, date di interrogazioni e compiti in classe), la partecipazione all'attività didattica ed il comportamento. Ad ogni controllo dell'ispettore scolastico o richiesta dei genitori, la maestra aveva il registro con cui documentare il profitto di ogni alunna.

Questo compito della maestra fornisce lo spunto per un'attività: realizzare una cronaca degli eventi svolti (21 giugno venerdì, 24 giugno lunedì, 29 giugno sabato, 30 giugno domenica) con l'elenco delle persone che hanno dato la loro disponibilità ed hanno contribuito all'evento con qualche attività o prodotto.

Questo per lasciare un ricordo di cosa è successo per i 500 anni della chiesa. 

28 maggio 2024

Chi ha fede in Dio ‘on perisce mai

Raccontare dei vari iscritti della confraternita ci vorrebbero ore e volumi per riportare le loro storie. Quello rimasto più impresso nella mia memoria e di altri  è stato Giuanni ‘e Zuleppe, ovvero Penna Giovanni. Chi è iscritto alla confraternita di San Giovanni Battista lo ricorda come uno dei più vecchi iscritti.

Credo sia stato sempre presente alle processioni della confraternita ed era quello che sapeva molte storie e vicende della chiesa. Era iscritto alla confraternita, era socio delle soccide dei bovini che la confraternita dava in affitto, era uno dei più vicini alla chiesa (abitava nel rione La Ota) e quindi si impegnava per le processioni.

Nei suoi racconti parlava o faceva riferimento a San Giovanni Battista. Giovanni raccontava che nelle difficoltà, nei dispiaceri, negli imprevisti si è rivolto al suo santo omonimo. Come lui tanti altri. 

In uno dei giorni della manifestazione si potrebbero predisporre tanti biglietti colorati, si potrebbero pure timbrare con il logo della manifestazione, oppure ognuno utilizza un suo biglietto di carta. I biglietti dovrebbero essere non più grandi di 10 x 10 cm, altrimenti diventano ingestibili.

Cosa ci può scrivere? Qualunque cosa. Se lo desideri, lo puoi datare, o lo puoi firmare, o puoi disegnarlo. 

Una delle frasi che puoi scrivere (ne elenco alcune):

  • Grazie San Giovanni
  • Aiutami nella vecchiaia
  • Aiuta mio figlio/a
  • Proteggi la mia famiglia
  • Porta la pace nel mondo
  • Fammi trovare un lavoro
  • Fammi rimanere a Pereto a lavora e non mandarmi in Francia
  • ...

Non è la scrittura in se stessa a dare un valore al pezzo di carta, bensì quello che lo scrive, con il suo cuore, sono i suoi pensieri.

Non ci sono limiti di età per scriverli, né il numero di biglietti: ognuno può scrivere anche più di un biglietto. 

Un giorno prescelto della manifestazione si mette uno scatolone (grosso, perché spero che i biglietti siano tanti, in quanto le nostre necessità, desideri, sogni sono tanti ed il futuro è sempre incerto) nella chiesa, ai piedi dell'altare maggiore ed ognuno deposita il suo o i suoi biglietti. Non mette la carta in uno scatolone, ma affida le sue speranze ad una divinità. 

Al termine della deposizione dei biglietti, si raccolgono, si affasciano e li si depositano in qualche parte della chiesa, ben custoditi. Se venisse realizzata la capsula del tempo (vedi uno dei primi post) dentro la capsula andrebbero messi. Tra qualche secolo qualcuno apre la capsula e trova un messaggio affidato al tempo.

27 maggio 2024

Impara l’arte e mittila da parte

Altro personaggio di Pereto fu U Curtu, ovvero Camerlengo Antonio. Maestro elementare, sindaco, assessore, presidente di associazioni, ovvero ricoprì diverse cariche, ma quella più ricorda in paese fu quella di insegnante. Finita la guerra per anni ricoprì il ruolo di maestro in Pereto.  

Gli anziani del paese, suoi alunni all'epoca, hanno sempre ricordato le uscite in cui li portava a visitare qualche luogo del paese. Quando uno è bambino in un paese, gira e vede i vari punti dell'abitato ed intorno, ma quello più segreto, più fantasioso era Villa Vicario, una località situata ai piedi del paese, di proprietà all'epoca della famiglia  Vicario. Antonio chiedeva il permesso ai custodi della villa e vi portava i ragazzi.

Al suo interno vi si trova ancora oggi una cappella affrescata. Antonio affascinava gli alunni presenti alla "gita paesana" raccontando di gesta e fatti storici. Qualcuno dei suoi scolari, da adulto raccontava che a fronte dei racconti di Antonio, cercava nel terreno della villa qualche tesoro o qualche reperto storico. Le voci di paese riportano che furono trovate delle ossa, probabilmente di… qualche animale morto che nell'immaginario diventava drago o mostro.

Si può prendere spunto da queste gite del maestro Antonio per fare una visita guidata alla chiesa in onore dei 500 anni, con le classi della scuola di Pereto, ma anche con altre scuole, ad esempio quelle della Piana del Cavaliere. Un motivo per coinvolgere i ragazzi e per valorizzare la storia di questa chiesa.

26 maggio 2024

La saggezza ‘egli’omo è vella de capì quanno e addo s’adà fermà

Chi non ricorda Checchino Toti, all'anagrafe Toti Francesco (Toti è con una sola lettera t). 

Devoto della Madonna dei Bisognosi, santuario sito al confine del territorio di Pereto. In occasione di pellegrinaggi ricorrenti che si svolgevano presso il santuario, ad esempio, il lunedì di Pasqua, Cecchino allestiva una specie di chiosco con panini e bibite facendole trasportate a dorso di somaro da Pereto al santuario. Cecchino era all’epoca il pony express della zona. Mandare ai frati del santuario un conto corrente postale o un offerta in derrate alimentari per alcuni devoti era complicato: bisognava andare all’ufficio postale, riempire dei moduli e spedirli. Si preferiva incaricare qualche amico che tornava a Pereto e far consegnare i soldi a Checchino, il quale predisponeva un insieme di generi alimentari utili per i frati. Li faceva caricare sul somaro e li faceva consegnare al santuario. In seguito, quando fu fatta la strada per il santuario, li portava lui con la sua automobile. 

Fece stampare una serie di cartoline che avevano per tema la SS Trinità di Vallepietra e vendute sul luogo. A lui si devono una serie di fotografie, commissionate da Aldo Arena, proprietario del castello di Pereto, realizzate nel 1967 che ritraggono il castello e la cinta muraria prima del restauro della fortezza, fatto dallo stesso Arena

Era un fotografo e con la sua macchina fotografica immortalò eventi e particolari del paese. Se fosse vissuto oggi avrebbe utilizzato un mezzo più comune per riprendere delle scene o dei momenti di Pereto, una  macchina digitale che produce foto, ma anche video. Oggi i video sono il "pane" di Internet, con un breve video si comunica a persone  presenti in città, nazioni o luoghi in alcuni casi sconosciuti.

Metto annuncio: Cercasi videomaker, anche più di uno, che immortali gli eventi della manifestazione. L'obiettivo è quello di realizzare una raccolta video  e di pubblicarla.

‘on iettà la robba che te pò sempre servì

Il termine arca richiama figure bibliche come L'arca della alleanza o L'Arca di Noè.

A Pereto l'arca è un manufatto di legno per custodire principalmente il grano ed il pane ed usato anche per altri scopi. Era di piccole (arcuccia), medie (arca) e grosse dimensioni (arcone),  dipendeva dalla quantità da stipare dentro. L'obiettivo di questo manufatto era quello di proteggere il suo contenuto. Per realizzare un'arca serviva un lavoratore specializzato, ovvero l'arcaro. Visto il ricco bosco di Pereto, gli arcari  erano tanti in paese.  Durante l'inverno realizzavano questa arche.

Se fosse vivo oggi Mozzone, ovvero Meuti Antonio, avrebbe realizzato una archetta, ovvero un'arca di piccole dimensioni. Antonio fu uno degli ulti arcari del paese che piano piano sono andati a scomparire. Realizzò arche quasi fino alla fine della sua vita. In paese ancora esistono arche da lui prodotte.

Per l'evento dei 500 anni avrebbe sicuramente regalato un'arcuccia dove custodire i ricordi ufficiali della manifestazione, ovvero la capsula del tempo

Con i tempi che corrono oggi, le arche non si usano più, anzi si stanno deteriorando nelle cantine, abbandonate. Al posto dell'arca, si potrebbe acquistare un contenitore di metallo o di plastica in cui inserire dentro poche cose da lasciare ai posteri. Come detto in un post precedente, vanno messi in un luogo alcuni documenti a ricordo della manifestazione. Il contenitore va murato in qualche parte della chiesa. Fra 500 anni qualcuno si ricorderà di trovare questa capsula e vedrà quello che noi vi abbiamo depositato dentro a ricordo.

Intorno a questo contenitore ci si potrebbe creare una legenda o qualche storia fantasiosa. Qualche turista potrebbe venire a vedere la chiesa per scoprire la storia di questo contenitore e del suo contenuto. Va creata qualche storia favolosa in merito al contenitore ed al suo contenuto.

L’unico vero realista è il visionario.

25 maggio 2024

Chi ‘on ce sa fa, pocu i tòcca

Pietra miliare del paese è stato Capanna, ovvero Pietroletti Mario, che non era di Pereto, ma sposato con una donna i cui genitori erano di Pereto.  Nell'anima aveva questo paese. Ha lasciato centinaia e centinaia di foto che hanno raccontato, raccontano e racconteranno il paese.

Fotografò Sabbatinaccio, Vangatore, Cipollone, u ferraro, Giacomino, Fuggiasco, Giulio ies e tanti altri personaggi ancora vivi nella memoria della gente, oggi tutti scomparsi. Immortalò i fauni, la gnoccata, le sedute comunali, le nevicate, le processioni ed altri momenti della vita di un paese. I muri, le strade, i vicoli, i sentieri e gli animali domestici che vivevano all'interno del paese.

Mario fu un grande: ha immortalato 
lo spirito e la vita di Pereto in pezzi di carta colorati.

Oggi si sarebbe dato da fare per immortale con immagini le varie manifestazioni che si svolgeranno per i 500 anni.

Metto annuncio: Cercasi fotografo, anche più di uno, che immortali gli eventi della manifestazione. L'obiettivo è quello di realizzare una raccolta digitale di foto ed eventualmente di pubblicarle in un libro.

Predicatore, predica agliu véntu, se predichi per me ‘on strillà tantu

Nelle processioni di Pereto il coordinatore era il mazzeru. Erano due, uno per confraternita. Tra tutti i confratelli si distingueva facilmente in quanto aveva un bastone di legno colorato, basso e tozzo. Uno di questi fu Giustini Berardino, conosciuto come Bidone 'e Taschetta

Storicamente il mazzeru aveva vari compiti, quello principale era di tenere compatta ed allineata la processione. Con il bastone di legno richiamava chi si allontanava, qualche volta anche in modo forte per chi non voleva sentire. Qualcuno degli anziani ricorda le passonate date con il  bastone a chi non voleva adeguarsi ai comandi del mazzeru. Andava avanti e indietro lungo la parte di processione in cui si trovava la sua confraternita, ovvero si faceva una processione doppia!

Non appena vedeva che quelli che portavano lo stendardo erano in difficoltà gridava: Evviva Maria, a seguire altri della processione, avendo sentita la voce, la ripetevano affinché il segnale giungesse a chi si trovava in testa al corteo. Lo scopo era quello di bloccare il passo e cercare di far ricompattare la processione. Sistemato l'inconveniente, il mazzeru gridava: Vada per dare l'annuncio che la processione poteva riprendere il cammino. Con due parole era in grado di gestire una processione che in tempi passati era seguita da centinaia di persone tra confratelli, bambini/e, uomini, donne, compresa banda musicale, autorità comunali e carabinieri.

Mi viene  in testa un particolare. Quando scendono in campo i giocatori di rugby, quando si inizia una manifestazione di pallavolo, in incontri di personaggi autorevoli, in incontri di scout, i partecipanti del gruppo gridano a gran voce una serie di parole per far riconoscere il proprio gruppo.


Sarebbe interessante se venisse progettato un grido composto di poche parole. Quando i confratelli sono pronti per raggiungere la chiesa in cui si svolge la processione (San Giovanni o San Giorgio), oppure si riuniscono o finiscono la consulta, ripetono questo grido. E' una cosa semplice da realizzare, ma sarebbe un grido  di riconoscimento, di appartenenza e di identità degli iscritti della confraternita.

24 maggio 2024

Chi te’ i sordi, mura, chi ‘on gli te’, pittura

Più guardo lo stendardo di San Giovanni e più mi viene in testa una persona, Vendetti Adriano. Morto giovane nell'anno 1954, pochi lo ricordano in paese. Eppure si prodigò nella realizzazione di diverse pitture che ancora oggi esistono. A lui si deve lo stendardo della confraternita di San Giovanni Battista, della Madonna del Rosario di Pereto e il quadro dell’Annunziata, presente presso la chiesa omonima in Pereto.

Se fosse stato vivo oggi sicuramente una cosa l'avrebbe fatta utilizzando il suo talento: un murales a ricordo dell'evento. 

I benpensanti, gli storici e i critici di Pereto diranno che non c'è posto dove farlo, non si può sporcare il muro di una chiesa. Adriano il posto lo avrebbe trovato. Ad esempio, la facciata del magazzino della confraternita quello che si apre sul piazzale della chiesa. Altro potrebbe essere il muro che parte dal cancello e scende verso piazza San Giovanni. Spazio ci sarebbe in entrambi i casi. Si accettano altre soluzioni o idee in merito.

Un idea da mettere a cantiere.

23 maggio 2024

Chiusa ‘na porta, se rapre nu portone

Altro personaggio famoso in paese fu Giuannino u falegname, ovvero Mariani Giovanni.  Era più famoso come cuoco che come falegname: ad ogni festa lo chiamavano per cucinare. Aveva una bottega sul corso e qui preparava porte, infissi, tavoli e mobili. Per i 500 anni della chiesa di San Giovanni come falegname avrebbe dato una sistemata alla porta della chiesa e con la scusa avrebbe dato un suggerimento. per non far rovinare la porta: Fatela... lavorà. Non tenete la chiesa chiusa tutto l'anno e aperta nelle tre sole feste della confraternita o con qualche mortorio (troppi) e qualche matrimonio (pochi).

Fate entra la gente che così la porta non si rovina, anzi sarà contenta di aver fatto il suo mestiere: aprire e chiudere.

Lasciate visitare la chiesa nei fine settimana, qualcuno si prenda l'incarico e la fa visitare, raccontando qualcosa e mostrando l'interno. Basterebbero 1 o 2 ore a settimana, il sabato o la domenica. Con la scusa si chiama gente interessata non tanto a mangiare e poi scappa ad un'altra sagra, ma a scoprire cose nuove ed interessanti, a scoprire Pereto.

Qualcuno metta l'annuncio su qualche sito istituzionale del paese e lasci un recapito o un indirizzo a cui rivolgersi per svolgere una visita. Si può fare una campagna a più riprese per invogliare la gente a venire e vedere qualcosa di interessante. Non è un costo, è un impegno per qualcuno. 

Chi 'on mostra non venne e chi 'on venne 'on magna.

Grazie Giovannino.

Vello che ‘on succede va sempre pe’ lo meglio

L’esattore comunale era colui che pagava gli stipendi ai dipendenti comunali, ma non era visto di buon occhio, in quanto prelevava i soldi alla gente del paese, attraverso imposte obbligatorie o multe commissionate ad infrazioni commesse (tagli di alberi, abusi edilizi, ritardi nei pagamenti, ecc.). In ogni amministrazione comunale c’era un esattore, a Pereto quello più ricordato e conosciuto fu Vita Ludovico, sopranominato collettore. Ogni pagamento era seguito da un pezzo di carta, ogni avviso era consegnato con un pezzo di carta, ogni multa era pagata con un pezzo di carta, ogni richiesta era accettata solo se scritta su un pezzo di carta.

I pezzi di carta erano un ricordo fisso di ogni contribuente del paese. Se qualcuno li perdeva erano dolori, in quanto non era in grado di dimostrare il pagamento se richiesto da qualche autorità.

Mi viene in testa un'idea che raccolga delle immagini o dei momenti della chiesa o della confraternita.

Visti i mezzi oggi a disposizione si potrebbero fare delle figurine adesive con immagini di oggetti o persone riguardanti la chiesa di San Giovanni, ovvero tanti piccoli pezzi di carta da raccogliere e da conservare.

Hanno un costo sicuramente, ma sarebbero divertenti. Immaginate tra qualche anno quando qualcuno scopre di non avere una certa figurina o di non averle proprio. Intanto le figurine sono una testimonianza visiva dell'evento e della chiesa.

21 maggio 2024

Ce ou i fatti, no le chiacchiere fatte all’osteria

In un paese deve esistere una figura unica, irripetibile nel tempo. A Pereto questa figura fu Cicchetti Enrico, Righetto u cieco.  Era cieco dalla nascita e proveniva da una famiglia povera. Per questo sulla sua carta d’identità poteva essere riportata come professione invalido, oppure cieco. Nella carta d’identità del 1930, 1933 e 1936 è riportata come professione: suonatore ambulante e venditore di storie. Trovare un’altra carta d’identità nel mondo con questa dicitura è impossibile. Divertente era la battuta te pozzi cecane, espressione tipica per mandare qualche accidente a qualcuno, ma in questo caso era utilizzato per sfotterlo dal momento che era cieco.

Immaginate se fosse vivo oggi Righetto, avrebbe raccontato dei suoi aneddoti e storie divertenti.

Con tanti confratelli iscritti oggi alla confraternita di San Giovanni e mettiamoci pure quelli del Rosario e pure qualcuno del paese non iscritto, si potrebbe fare una riunione nella chiesa di San Giovanni in cui si raccontano aneddoti, storie, eventi successi in paese con le due confraternite.

Non è che ci vogliono i soldi, non è che ci vogliono studiosi, sicuramente qualcosa esce fuori. Da raccontare per le nuove generazioni e per non far scomparire certe storie. 

Io direi di metterla a calendario: più semplice di questa "attività" non mi sembra che ce ne siano altre. Se non si fa, si perde la memoria di certi eventi.

Ognuno che vuole partecipare per raccontare si prenota, mentre altri racconti potranno nascere nel mentre dell'incontro.

Se poi qualcuno porta una video camera, si registrano i vari partecipanti, si crea un film e lo si mette su qualche piattaforma video, la serata passa nella storia. Qui è già chiedere troppo, ma non è una cosa difficile.

Concorso: indovina il registro

Alcuni post dietro era stato posto un concorso con un premio. Il tempo messo a disposizione per la risposta è scaduto e non sono arrivate delle risposte.

Era il 1974 ed Angelo Giammarco restaurò la statua di San Giorgio a cavallo. Questa era rimasta ferma in chiesa per 60 anni, in quanto rovinata e pesante. Per l'occasione, il sindaco dell'epoca fece una riconsacrazione della chiesa e firmò per primo il registro con una lunga nota. A seguire le firme di chi trasportò la statua. Poi c'è un messaggio di don Enrico Penna a nome suo ed in rappresentanza dei sacerdoti presenti alla celebrazione. A seguire ci sono pagine con centinaia firme di fedeli che erano presenti alla cerimonia.

Un pezzo di storia di Pereto fissata nella carta.

Di seguito le prime tre pagina del registro.





Questo succedeva per il trasporto in processione dopo 60 anni della statua di San Giorgio che era stata ferma in chiesa. Pochi fogli, spillati e ornati con cornicette fatte a mano! Pochi fogli che fanno la differenza, la Storia. Il bello che in giro per il paese ci sono pure le foto scattate mentre la statua passava per i vicoli del paese.

Io mi immagino già per i 500 anni della chiesa di San Giovanni che sarà possibile per farlo ricordare alla Storia.

20 maggio 2024

La pagina web di riferimento

 

E' stata predisposta una pagina web in cui saranno inserite informazioni, attività ed oggetti connessi con i 500 anni della chiesa.
La pagina può essere visita attraverso questo link, oppure inquadrando il codice QR sopra ripostato

Chi pensa a ora, magna a tempu.

Questa foto scolorita è l'unica disponibile oggi di Palombo Santa, conosciuta come  Santarella la mammana, nata nel 1849 e morta nel 1933. 

Come scritto in un post precedente, questa era una delle levatrici del paese e come levatrice del paese sapeva quando sarebbe nato un bambino o stava per nascere. Faceva dei calcoli, vedeva la pancia prominente della partoriente e quindi sapeva se mancava poco all'atteso evento di una famiglia.

Oggi, 21 maggio, manca un mese esatto alla ricorrenza dei 500 anni della chiesa di San Giovanni Battista. Si stanno rifacendo i controlli per capire se tutto è pronto per l'evento. Ormai siamo sempre più vicini alla data attesa.

Le idee ci sono e ce ne saranno ancora nei prossimi giorni, servono volontari che contribuiscano a realizzarle.

Comunicazione: segnalazione

 Hanno scritto diversi che il proverbio del post pubblicato ieri è il seguente:

Chi tè la cummudità e ‘on se ne serve ‘on troa confessore che gl'assorve.

Ringrazio per la segnalazione; quello riportato nel post di ieri è una vecchia dicitura del proverbio in uso in tempi passati.

19 maggio 2024

Chi tè la cummudità e ‘on se ne serve è propriu stupidu e ‘on sa campà

Chi non la ricorda Camerlengo Anna, detta Anna la postina? Tutti se la ricordano. Una donna simpatica, religiosa, presente in chiesa con il suo canto squillante. Raccoglieva la posta alla stazione ferroviaria o alla corriera. La portava all'ufficio postale e qui la raggruppava per rioni del paese. Partiva dall'ufficio postale ed andava a piedi, casa per casa, a consegnare la corrispondenza. Saranno state poche le lettere, visto che gli analfabeti erano tanti e chi sapeva scriveva erano pochi, ma tutti in paese la conoscevano.

Oggi l'uso delle lettere si è ridotto alle bollette e a qualche comunicazione/multa. Per i 500 anni della chiesa Anna avrebbe suggerito qualche mezzo di comunicazione diverso, al passo con i tempi, più veloce, più economico e più incisivo nella comunicazione.

L'idea è quella di preparare qualche biglietto digitale (massimo 5/6) con frasi particolari,  qualche immagine della chiesa o di oggetti della stessa. Anche qualche notizia di storia o un riferimento a Pereto o alla data in cui si svolgerà la cerimonia principale sull'evento.

Preparare questi biglietti digitali non ci vuole molto. La spedizione va diluita in un arco di tempo, ovvero non vanno spediti tutti subito, ma a più riprese. 

A chi inviarli? Ad amici o parenti e a persone che si conoscono. A tutti quelli di Pereto. Serve anche per riallacciare eventuali rapporti con persone che non si sentono da tempo.

Da mettere queste immagini come stato di Whatsapp, come storie di Facebook, o di Instagram, o di X/Twitter e chi più ne ha di sistemi più ne metta.

E' un modo gratis di fare pubblicità all'evento per richiamare persone o curiosi, è pubblicità per il paese. 

Metto annuncio: Cercasi disegnatore per realizzare 5/6 biglietti digitali per i 500 anni della chiesa di San Giovanni. La consegna dei biglietti deve avvenire in breve tempo, visto che l'evento è prossimo e prima si spediscono e prima si ha un ritorno.

Con questi biglietti digitali si va oltre la Mola di Pereto (punto più lontano dove si sono fermate nel tempo le processioni del paese), più veloci e con un obiettivo.

18 maggio 2024

Chi combatte po’ pèrde; chi ‘on combatte à già pérsu.

In questo blog sono state pubblicate varie idee da realizzare per i 500 anni della chiesa di San Giovanni.

Nel frattempo si è svolto un incontro dove sono state fissate delle date per la manifestazione, ovvero i giorni in cui ci sarà qualche evento. E' una prima versione del calendario per cominciare, poi sarà popolato di eventi con la definizione di dettagli operativi.

Il calendario e le idee finora pubblicate sono state inserite in questo foglio (fai click sulla parola in rosso per accedere); in basso al foglio si trovano due linguette colorate, scegliendone una si accede al calendario o alle attività.

Nel foglio delle attività ci sono ancora idee che non sono state prese in considerazione da alcuni; queste sono segnalate nella colonna stato, con il valore aperto
Quelle colorate in 
  • verde sono chiuse, ovvero terminate;
  • giallo sono in esecuzione;
  • bianco sono ancora da realizzare, se si vogliono fare.
Non è detto che tutte le idee proposte devono essere realizzate. Si cerca qualcuno che dia la sua disponibilità a realizzarne qualcuna. Potete scrivere a questo blog (nell'home page c'è il modulo per inviare la propria proposta), oppure al sindaco, o al presidente della confraternita.

Le idee continueranno a comparire ancora per altri 10 giorni e così alla fine si aggiornerà il file con tutte le idee proposte. Si cercano ancora altre idee da realizzare, il limite è la fantasia.

Il messaggio di questo post è nel titolo. Poi qualcuno non dica: Ma io non lo sapevo, è scritto.

‘nduiname, ca te arricco

Uno dei personaggi citati ancora oggi in paese è Pia Vicario, conosciuta con il soprannome di sindachessa. Gli  ultimi anziani del paese la ricordano. Una donna energica che ha lottato per il paese per miglioralo e lasciare una traccia per i posteri, anzi più di una traccia. Cercò di sistemare le strade del paese, di far allacciare le case delle famiglie alla conduttura idrica comunale per avere l'acqua potabile in casa per cucinare e per lavarsi. Lottò e ci riuscì a costruire l'edificio scolastico dopo decenni in cui i ragazzi andavano  a lezione presso abitazioni private.

Una delle definizioni della Storia è la differenza tra un politico ed uno statista. Il politico pensa alla sua generazione, lo statista pensa alle generazioni future. Pia non fu politica o statista, fu una visionaria e pensò al futuro del paese di Pereto. Lasciò un messaggio o meglio delle opere che ancora oggi sono ricordate ed utilizzate; lasciò una traccia indelebile.

Mi viene in testa un evento connesso con la storia di Pereto, da lasciare ai posteri. Spero che qualcuno lo ricordi, In occasione di un evento furono fatte delle celebrazioni ed a ricordo fu predisposto un gruppo di fogli spillati, che formarono un "registro". Questo aveva una copertina disegnata con delle scritte che riguardavano questo evento. Tutti i presenti il giorno della celebrazione riempirono più fogli con le loro firme. Il documento fu lasciato ai posteri a ricordo. Spero che qualcuno ricordi questo registro in quanto c'erano anche una serie di firme particolari. Chi indovina perché furono messe queste firme particolari vince un premio (il premio è unico ed assegnato tra tutti coloro che invieranno la soluzione esatta entro lunedì 20 maggio 2024).

L'idea è quella di prendere un registro, metterci qualcosa nella copertina o nella prima pagina che ricordi l'evento dei 500 anni. Ognuno può mettere il giorno della celebrazione dell'evento la sua firma (spero leggibile) anche eventualmente con il soprannome. Ogni presente diventa un pezzo della storia di Pereto. Un'attività semplice da far seguire a qualcuno il giorno della celebrazione, costo prossimo a zero. Io ho visto il "registro" dell'evento e mi ha fatto piacere vedere certi nomi . I posteri saranno grati ai volontari dell'idea per i 500 anni della chiesa.

Si fanno registri con tanto di firma quando si partecipa ad un convegno, ad una manifestazione e pure quando si partecipa ad un funerale. Farne uno per i 500 anni con i nomi delle autorità, dei confratelli presenti, degli altri confratelli e tutti i fedeli non ci vuole molto per predisporlo e poi farlo compilare.  Ci vuole solo uno che custodisce e controlla il registro durante la compilazione, per non perderlo e fare in modo di avere più firme dei presenti.

Un giorno qualcuno potrà dire: lui c'era perchè è scritto e quello che è scritto è scritto.

Comunicazione: generalità partecipanti ai loghi

 Su richiesta di varie persone sono di seguito riportate le generalità degli autori dei loghi che sono stati presentati per i 500 anni della chiesa di San Giovanni Battista


17 maggio 2024

Gli alunni della scuola elementare di Pereto hanno votato il logo

Tra i sette loghi pervenuti i bambini della scuola elementare di Pereto il giorno 17 maggio 2024  hanno scelto in completa autonomia (nessuno sapeva il nome degli autori) il logo dei 500 anni della chiesa di San Giovanni Battista.

Il logo scelto è questo mostrato e sarà utilizzato nei messaggi prodotti per le varie manifestazioni. Sono state create più versioni del logo per questioni tipografiche: sono disponibili qui

A ricordo dell'evento è stata prodotta una relazione e protocollata dal comune di Pereto con numero 1298 del 17 maggio 2024. In evento da ricordare per i posteri.

Si ringraziano:
  • la maestra Angela Bernardini per l'impegno e la professionalità in questa iniziativa;
  • il sindaco Giacinto Sciò e l'assessore Fabio Grossi che hanno dato ufficialità all'evento;
  • Serena Scaccia per la protocollazione e scannerizzazione del documento.
Un grazie particolare agli alunni che hanno votato il logo.

Il cammino verso i 500 anni della chiesa è appena iniziato e continua.

16 maggio 2024

‘na campana basta a cento frati

Altro personaggio storico di Pereto fu  Nichillittu, ovvero Pelone Giovanni. Che dire di quest'uomo. Il miglior ricordo che ha ogni anziano, ma anche i meno anziani sono i suoi palloni aerostatici, fatti volare in cielo per certe feste religiose, e le famose pupazze, leggere strutture di cartapesta fatte ballare e poi incendiate per le feste patronali. Fu l'ultimo a creare questi oggetti, aspettati da tutti. Questo il suo passatempo. 

In età matura con la moglie Leonilde, si interessavano della gestione della chiesa di San Giorgio martire. La moglie addetta alla recita del rosario, alla preparazione della celebrazione e la sistemazione della chiesa stessa. Giovanni faceva il sacrestano e quindi seguiva il sacerdote prima, durante e dopo la celebrazione. Uno dei suoi compiti più ardui era quello di segnare il tempo alla popolazione mediante il suono delle campane. Andava nella torre campanaria e cominciava a tirare con forza 2 o 3 funi per far muovere le campane e quindi far battere il batacchio. Lo faceva più volte al giorno. oggi si direbbe che faceva allenamento, all'epoca si dice che faceva uno sforzo, visto quanto ci voleva per smuovere le campane.

Se fosse stato ancora vivo Giovanni avrebbe segnalato un'idea: mettere una o più meridiane sulla parete della chiesa che si affaccia su piazza San Giovanni. E' esposta a sud e la meridiana sicuramente ci va bene.

Attirerebbe i curiosi, segnerebbe il tempo e mancando la corrente elettrica continuerebbe a funzionare di giorno col sole; la notte, no mancando il sole, ma a quell'ora la maggior parte della gente del paese dorme. Non funziona quando ci sono le nuvole ed anche in quel caso la gente, previdente delle pioggia imminente, rimane a casa!

Per diritto di cronaca, in tempi passati sulla torre campanaria della chiesa di San Giorgio c'erano tre quadranti con delle lancette che segnavano le ore. Il meccanismo si ruppe e quindi Giovanni doveva suonare a mano le campane. Con gli ultimi lavori di ristrutturazione sono stati rimossi pure i resti dei quadranti. Così una bella meridiana sarebbe una svolta per il paese e meglio della chiesa di San Giovanni non c'è altro posto.

15 maggio 2024

Mintri la campana sona, la messa se dice

Da che si ricordi a memoria d'uomo, l'unica a chiamarsi Porzia in Pereto fu Santese Porzia, che visto il nome "strano" che aveva era chiamata... Porzia, ovvero non aveva soprannomi.

Gli anziani la ricordano bene: una donna piccola, sempre allegra. Viveva nel rione Castello e qui aveva delle galline ed un gallo, tipica situazione di una famiglia di Pereto. Questi animali si riproducevano, fornivano carne e uova. Stavano tutto il giorno a raspare il terreno, mangimi non c'erano o almeno non c'erano i soldi per comprarli. Storico fu un suo gallo che padroneggiava per i vicoli del paese. Molti associavano Porzia con questo gallo.

In testa mi viene un'idea per i 500 anni della chiesa di San Giovanni. Se si dovesse associare un animale alla chiesa, quale si potrebbe associare? Credo uno solo. La confraternita gestiva i buoi e le mucche attraverso le soccide, ma questo era un simbolo delle confraternita. Il simbolo della chiesa potrebbe essere l'agnello riprodotto sul portale della chiesa o posto ai piedi della statua di San Giovanni Battista. San Giovanni con l'agnello è una figura medioevale, non è una figura del Vangelo. L'animale per eccellenza associato al santo è la colomba. In ogni scena in cui è raffigurato San Giovanni che battezza il Cristo da qualche parte compare una colomba, ovvero il simbolo dello Spirito Santo.

Il giorno in cui si celebreranno i 500 anni immaginate un bambino/a o entrambi o i bambini piccoli che sulla porta della chiesa all'inizio della celebrazione apre un cesto e da qui esce una colomba che vola nel cielo. Un simbolo di pace e di speranza. Una scena semplice, da preparare bene per dargli un senso e lasciarlo come evento. Prima che la campana suoni l'annuncio dell'inizio della celebrazione si fa volare la colomba.

14 maggio 2024

Chi gira, lecca. Chi se sta, se secca

Giustini Romolo, meglio conosciuto come  Romolo ‘e Ngilinu ha raccontato tante storie su Pereto e le sue persone. Tra le pecore, i trasporti, la terra ne ha raccontate di vicende del paese. Una di quelle che mi è rimasta più impressa è stata quella del taglio di un bosco di Pereto. Ogni tanto, secondo le necessità economiche dell'amministrazione comunale, veniva venduto un lotto del bosco a qualche società che poi tagliava gli alberi e con qualche mezzo portava i tronchi a valle per poi essere trasportati con automezzi fuori da Pereto. 

Romolo racconta che tra il 1951-1952  fu fatto un taglio a capo Camposecco e piuttosto che trasportare il legname abbattuto in paese, la società aggiudicataria del lotto del bosco preferì impiantare una teleferica, quelle volanti, che partiva da Prato Giumento per scavalcare la montagna e scaricare il legname in territori di Colli di Monte Bove.

Così riuscirono a trasportare il legname a destinazione in breve tempo.

Questa storia dà spunto per un'attività che si potrebbe fare. Il giorno della celebrazione nella chiesa di fare una diretta video con chi si trova lontano da Pereto. per assistere all'evento come se fosse presente.

La fibra è operante in paese, webcam si trovano sicuramente. Cercasi qualche volontario.

Qualche anziano o famiglia fuori dal paese può vedere l'evento in diretta. Il futuro è già presente, tocca a noi utilizzare gli strumenti disponibili.

Romolo ripete: quello tenevamo e con quello si faceva quello che si poteva fare e pure meglio.

13 maggio 2024

A pulè, A pulè

In tempi passati, quella riportata nel titolo era una delle frasi più attese da tutti durante l'anno, in particolare il 17 gennaio, mese freddo in cui i viveri scarseggiavano. 

Da una tradizione nata nel tempo, Birbante, al secolo Ventura Domenico, la notte della vigilia del 17 gennaio (festa di Sant'Antonio abate) a casa sua, al camino, aiutato da alcune persone (pulennari) preparava una polenta per quasi tutto il paese. Alle prime luci dell'alba, appena la polenta era pronta, alcuni ragazzini del paese partivano per le strade ed i vicoli del paese per gridare:  A pulè, a pulè a che Duminicu ‘e Giuannè. Era un segnale, un codice che avvertiva di accorre quanto prima alla casa di Domenico per prendere una porzione di polenta. Agli ultimi arrivati toccava quello che rimaneva. Per il freddo e la fame la pulenna era una salvezza per alcuni. La tradizione continuò con il figlio, Birbantegliu, e poi con la nuora, Parmarosa. Una tradizione ancora oggi rimasta in piedi quella della polenta di Sant'Antonio. 

Immaginate un forestiero che la notte tra il 16 ed il 17 gennaio dormiva in qualche casa di Pereto. Sentendo queste grida non capiva il significato.

La frase in dialetto lascia pensare ad un lavoro da fare. Per chi è di Pereto conosce il suo dialetto e dove si trova la chiesa di San Giovanni e che c'è dentro.

Immaginate se arriva in paese un tedesco, o un francese, o un inglese, o uno spagnolo o un cinese, oggi siamo in un mondo multietnico. Vede un campanile, due croci sul tetto e, se ha la vista lunga, l'architrave inciso del portale. La chiesa è chiusa, passa, fa due foto, le pubblica su Internet e scrive (traduco dalla sua lingua): Bella chiesa, antica, peccato che è chiusa.

In molti paesi, dove ci sono dei monumenti o delle opere di pregio, viene messa una targa metallica dove in più lingue spiega in poche parole qualcosa dell'edificio.

E' un costo sicuramente, ma è un'opera che può valorizzare la chiesa ed il paese.

12 maggio 2024

Vissi so’ brai vagliuni, la commeddia ‘on la fau mai

Spero che qualcuno lo chiami Camerlengo Luigi, meglio conosciuto come  Luigi ‘e Rusulia. Energico e sempre in giro per il paese alla sua veneranda età.  In paese tutti lo ricordano per le sue partecipazioni alle commedie e farse che furono messe in piedi da don Enrico e la filodrammatica di Pereto. 

Se qualcuno lo coinvolge sono sicuro che butta giù un canovaccio di commedia per i 500 anni della chiesa di San Giovanni. La possibile traccia della rappresentazione potrebbe essere quella della concessione della dote alle ragazze povere di Pereto. Su questo argomento sono stati scritti diversi testi di natura storica, basta riprendere quelle notizie e mettere in piedi in breve tempo una commedia da rappresentare nella chiesa stessa, luogo dove si svolgeva la consegna della dote.

Collegata alla concessione della dote alle ragazze povere è collegata la scatola delle votazioni di cui si è parlato. Fortissimo abbinare la concessione con la votazione. Il messaggio è quella di fare una rievocazione storica, che una volta preparata, la si può ripetere in altre occasioni.

Metto annuncio: Cercasi volontari per mettere su una commedia in breve tempo. Esclusi perditempo. Compenso gratis, spettacolarità tanta.

11 maggio 2024

Foto della chiesa e della confraternita: comunicazione

Tutte le foto inviate da quando è partito questo blog e foto che sono state ricevute nel tempo sono state inserite in una directory ad accesso libero. Le foto sono state inserite così come ricevute.

Fai click qui per accedere alla directory

Sono state divise per persone che le hanno fornite.

Chiunque può vedere e/o scaricare le immagini.

Le fotografie diventano parte integrante della storia di Pereto. 
Qualcuno di buona volontà può riordinarle e fare un video o un album fotografico da lasciare ai posteri a ricordo dei 500 anni della chiesa di San Giovanni Battista.

Meno sau, meglio è

Gervasi Antonio, meglio conosciuto come U mmastaru, fu uno dei presidenti della confraternita di San Giovanni Battista. Sicuramente si sarebbe dato da fare per i 500 anni.

Fu un uomo dedito ad attività importanti, ma particolari per la sua epoca. Visto il soprannome, tutti lo ricordano in quanto realizzava basti per animali da soma. Un lavoro non facile.

Quello più interessante fu quello di apicultore. Aveva diverse arnie a ridosso della sua abitazione e con queste realizzava il miele. Lo usava anche con delle erbe che lui raccoglieva per i terreni di montagna e del piano. Si racconta che attraverso i preparati che realizzava curò diverse persone in un periodo in cui l'intervento di un medico era visto come un lusso. Era esperto per il trattamento per i calcoli renali. Si racconta che tutti i suoi esperimenti erboristici o nozioni tramandate erano annotati e descritti in un libro. Sopra vi aveva riportato ricette provenienti da suoi avi e ricette che aveva creato lui. Un libro importante per lui, libro oggi introvabile. Se qualcuno lo trova diventa avrà una serie di conoscenze oggi perdute.

Questa storia ci insegna che va prodotta una pubblicazione di storia della chiesa di San Giovanni che riporti più dettagli possibili della storia della chiesa. Nel tempo si sono perse carte e notizie, rimetterle in una pubblicazione sarà un pietra miliare per chi verrà nel futuro.

Un proverbio di paese recita: Meno sau, meglio è, questo ero dire che alcune cose devono rimanere segrete. Per i posteri dobbiamo lasciare la storia di questa chiesa ed anche di Pereto. Non  devono esserci segreti, ma notizie utili per il futuro del paese.

10 maggio 2024

I vagliunitti ou bene a chi gli dà quaèccosa e ‘on gli pète gnente

Colombina nella vita, all'anagrafe Meuti Colomba, il 1 maggio 2024 ha celebrato 101 anni. Già a 100 anni è stata una festa a 101 ancora meglio visto che cucina ancora e gestisce la sua casa. Una donna energica.

Uno dei messaggi che ha sempre lasciato è stato quello di vivere in salute, non fare del male a nessuno e soprattutto di ricordare e farsi ricordare da tutti.
Parole che non fanno una piega.

Per l'occasione dei 500 anni si potrebbe fare un opuscolo ricordo da donare a tutti i presenti alla manifestazione, un opuscolo che riassuma la storia della chiesa di San Giovanni. Poche notizie e poche immagini con cui anche i più anziani possono ricordare la chiesa nel passato ed i suoi 500 anni. Questa è un'attività che ha un costo in base all'opuscolo (pagine, tipo di formato e numero di copie), ma può essere un'attività che rimane a ricordo per tutti.

Nella filatelia  esistono le cosiddette Buste primo giorno, che sono dei francobolli emessi in un particolare giorno e solo quel giorno vengono venduti, con tanto di annullo postale e cartoncino ricordo dell'evento. Così i collezionisti fanno la fila pur di avere una o più buste, che poi nel tempo diventano una rarità e costano più soldi.

Così per i 500 anni va consegnato questo opuscolo solo quel giorno e solo ai presenti. Chi non c'è, aspetta i prossimi 600 anni della chiesa!

Fotografie: ultimo giorno

 A tutti quelli che hanno promesso di fornire vecchie foto della chiesa o di processioni oggi, sabato 11 maggio 2024,  è l'ultimo giorno per inviarle e per metterle in una ricerca che andrà in stampa. Il tempo passa.

Grazie a tutti quelli che hanno già inviato le fotografie e agli ultimi che lo faranno.

09 maggio 2024

Evviva San Giovanni

Una delle esclamazioni ricorrente negli anziani di Pereto è: Pella mammana, questo per indicare di qualcosa di fantastico di eccezionale. Quando sento questa frase penso ad un altro personaggio storico e pietra miliare di Pereto, ovvero  Camerlengo Domenico meglio conosciuto in paese come Domenico Modugno, o semplicemente Modugno. Questa era una delle sue tante esclamazioni. Ancora oggi Domenico è ricordato come un personaggio simpatico, alla mano, disponibile. Fu il capo di un'impresa edile del paese e per questo conosceva gente e case di Pereto. Fu anche presidente della confraternita di San Giovanni, quindi conosceva la storia della confraternita ed il suo modo di operare.

Se dovesse oggi partecipare per i 500 anni della chiesa, Domenico avrebbe detto la sua: Prechè non ficemo vede' comme si votea alla confraternita.

In un paese in cui saper leggere e scrivere era di pochi, come ha fatto la confraternita a stare in vita per oltre 500 anni? é rimasta in vita attraverso un sistema di votazione attivo fino agli anni Ottanta. Questo è possibile attraverso una scatola di legno, due cassetti e delle palline nere e bianche. Alla fine della votazione qualcuno ha raccontato che si gridava: Evviva San Giovanni, per indicare che la votazione era stata protetta/supervisionata dal santo omonimo, creando una votazione giusta.

Si può inviare un invito per mail, whatsapp, facebook e chi più ne ha più ne metta di questi sistemi di Internet. Nella chiesa di San Giovanni un giorno ad una data ora il presidente o qualcuno per lui racconta di questo sistema e lo fa vedere con la scatola delle votazioni che è ancora esiste.

Fatta la presentazione si potrebbe far realizzare la stessa scatola ai bambini della scuola elementare, anche prima della presentazione si potrebbe far realizzare, L'importante è coinvolgere più persone, far sentire la storia del paese.

Un'idea da mostrare e da far realizzare. Costo prossimo a zero, basta la volontà.

08 maggio 2024

Ce ò più a dillo che a fallo

Alla fine del Novecento diversi personaggi di Pereto, per diletto, per sfottò o per passare il tempo, scrissero poesie o racconti. Uno di questi fu  Maccafani Rodolfo, soprannominato Carauto. Faceva il daziere, una delle figure più odiose del paese, questo perchè se ti "beccava" il daziere qualcosa bisognava pagare: una tassa, una mora, un'imposta e così via.

Rodolfo ha lasciato vari scritti, alcuni testimoniano la vita di Pereto e le difficoltà della vita.

Diversi componimenti sono stati scritti in occasioni di manifestazioni particolari.

Se fosse stato vivo oggi,  Rodolfo non si sarebbe lasciato scappare l'evento. Una poesia, un sonetto o un racconto lo avrebbe scritto a ricordo per i posteri.

Sarebbe forte scrivere qualche componimento (poesia o racconto) che riporti l'evento dei 500 anni.

Metto annuncio: Cercasi scrittori volenterosi per redazione di uno o più componimenti con tema la ricorrenza dei 500 anni.

Con i vari scritti prodotti si potrebbe fare una raccolta, di carta o digitale, da lasciare a ricordo dell'evento. ognuno a modo suo può contribuire a lasciare un segno.

07 maggio 2024

Addo sénti nu cantu te po fermà; i cattìi ‘on ibbiru mai ‘na canzone

Pietro il musicista, o meglio Iadeluca Pietro, non si sarebbe fatto scappare un evento come quello dei 500 anni. Pietro, maestro di musica e compositore, sicuramente avrebbe realizzato un componimento musicale. 

Se poi si metteva con don Enrico il tutto era impacchettato bene, alla perfezione. Non c'era evento particolare in cui don Enrico non produceva una musica o una canzone per ricordare l'evento. Ancora oggi molti suoi motivi sono cantati da anziani e giovani, motivi scritti in particolari occasioni.

Serve un volontario/a, anche più di uno, qualcuno che possa mettere giù anche semplici frasi, ritornelli orecchiabili, da eseguire con la banda musicale o con qualche strumento.

La musica è un toccasana, diceva don Enrico, la musica è ispirazione, diceva Pietro.

Questo sarà un altro messaggio da lasciare ai posteri. 

06 maggio 2024

Chi ha fede in Dio ‘on perisce mai

Nella memoria degli anziani il sacerdote per eccellenza fu don Felice Balla. Ogni occasione era buona per celebrare una messa, cantare, fare un processione e soprattutto dispensare benedizioni. Svolgeva la processione in occasione della ricorrenza dei santi del paese, per i defunti, per portare il viatico agli ammalati, per le Rogazioni (in cui si facevano delle processioni fino a raggiungere quattro punti del paese, posti molto al di fuori dell'abitato). La processione finiva con una benedizione, un vero e proprio bagno di acqua benedetta, poi i fedeli facevano ritorno in chiesa e tutti benedetti tornavano a casa o andavano al lavoro.

Queste processioni o eventi erano all'ordine del giorno e più si era benedetti e più si "doveva" essere immuni a qualche malattia o ai malanni della vita!

Per i 500 anni della chiesa andrebbe chiamato il vescovo, l'arcivescovo ed anche il Papa. 

Scrivergli, contattarli, parlargli costa solo del tempo. Potrebbero portare una parola di speranza agli anziani ed ai giovani del paese.

Mi faccio sempre aiutare da qualche proverbio paesano: Chi tè paura more tante òte, chi ‘on tè paura more ‘na òta sòla.

Metto annuncio: Cercasi volenteroso disposto a scrivere una lettera ai prelati sopra riportati. Si accettano anche più candidature. Non serve curriculum. Presi in considerazione solo quelli di buona volontà.