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30 aprile 2024

Ognuno all’arte séa e u jupu alle pecore

Dondini Matilde, meglio conosciuta come Matilde ‘e Romolo, se oggi fosse stata in vita qualcosa da raccontare ne avrebbe per i 500 anni della chiesa di San Giovanni.

Con suo marito Romolo, pastore, lavorava il latte del gregge di pecore che possedevano. Produrre la ricotta ed il formaggio era un'arte. Bisognava scaldare il latte, mescolarlo, aspettare che quagliasse, tagliare la cagliata, scolare i grumi, metterteli nei cassi, realizzare le forme di formaggio e poi riscaldare ancora il latte per fare la ricotta. Sicuramente avrebbe dato una mano per la manifestazione, ma più che altro avrebbe dato un insegnamento sui tempi.

Dopo essere stato munto il latte delle pecore, questo andava scaldato ad una certa temperatura e tolto in un determinato istante. I grumi della pasta del formaggio andavano pressati in un certo modo e così un mese dopo, due mesi dopo o anche oltre, il prodotto desiderato era pronto. Questo modo di lavorare ci insegna che ad una certa data deve essere già pronto quello che dovrà essere disponibile tempo dopo. Il formaggio non si fa dall'oggi al domani, va pianificato ed ad una certa data va confezionato per poi essere disponibile il giorno per cui lo si vuole disponibile.

Se i 500 anni ricorrono il 21 giugno, significa che il 1 giugno 2024 deve essere tutto pronto (manifesti, volantini, notizie, pubblicazioni, partecipanti, eventi e quant'altro).

Immaginate se Matilde, dopo ore di lavoro (mungi le pecore, trasporta il latte, cuocilo, pesca i grumi, fai le forme di formaggio, controlla le forme, ecc.) arrivava tardi nella produzione o gli si rovinava il latte. Questo diventava un problema serio per una famiglia di pastori che viveva di questi prodotti. 


Così ad una certa data va chiusa la fase di preparazione di un evento per poi effettuare i controlli del caso.

20 aprile 2024

L'attesa dell'evento

Gli anziani del paese se la ricordavano Amici Rosa, conosciuta come  Rosina la mammana, una forestiera che aveva sposato uno della famiglia  Camposecco. Era la levatrice del paese. Dopo di lei seguiranno altre levatrici, come ad esempio Elisabetta Mazzocco, detta La levatrice. Prima di Rosina c'erano state altre mammane. Erano donne conosciute con il nome di levatrici ed in tempi antichi di mammane, ovvero donne che aiutavano nel parto le donne incinte. Per una comunità questa figura era importante in quanto garantiva la nascita dei bambini senza complicazioni durante il parto.

Attraverso calcoli e guardando la pancia delle partorienti sapevano quando queste avrebbero partorito. A due mesi dalla nascita cominciavano a fornire consigli dal momento che il bambino poteva nascere già a partire dal settimo mese.

Oggi, 21 aprile 2024, mancano due mesi esatti per la ricorrenza dei 500 anni della chiesa di San Giovanni Battista. Bisogna tenere  pronto quello che serve per un evento importante per la storia di Pereto.

Quando nasceva un bambino/a era una festa in famiglia, era un evento importante. Per questo le donne si preparavano settimane prima per non avere problemi o preoccupazioni durante gli ultimi giorni dell'attesa.

L'evento è prossimo!

10 aprile 2024

il tempo scorre

I filosofi sanno bene che il tempo scorre e non torna più. Questo concetto è utile per richiamare alla  memoria Antonio Sciò, soprannominato Stucchittu. Un uomo rimasto impresso nella memoria nei ragazzi nati fino agli anni Sessanta.

Non si sposò, dimorò in una modesta abitazione, e visse sempre per i suoi cavalli. Uomo di valori di altri tempi, di lealtà: quando una parola era data, quella doveva essere rispettata, a costo di rimetterci.

Un anno andò ad opera con i suoi cavalli presso i Castelli romani per portare in alcune cantine i grappoli d'uva tagliati nelle vigne. Quell'anno si infortunò e fu ricoverato presso l'ospedale di Frascati. Qui un'infermiera lo curò come da protocollo sanitario e lui rimase impresso dall'attenzione mostrata nei suoi riguardi da parte di una donna. Rimase talmente colpito che per oltre quarant'anni rimase "fidanzato" con questa donna, ma... lei non lo sapeva.

Raccontata così questa storia sembra quella di una persona particolare. In tempi passati il fidanzamento, soprattutto in un paese come Pereto, era una cosa seria, con tanti passi da seguire per coronare un sogno, sogno che così rimase per Antonio per tutta la sua vita. Nel tempo si rammaricava di non aver colto l'occasione.

Questa breve storia ci insegna almeno una cosa: gli eventi capitano una volta nella vita e quando capitano vanno afferrati. Dopo che il treno passa, qualcuno lo aspetta ancora; alla stazione è possibile che il treno ripassi, nella vita è molto difficile.

Alcuni filosofi raccontano che il presente è il riassunto di quello che noi facciamo nel passato ed il presente è quello che da origine al futuro. Più il presente è ricco di eventi, emozioni, colori, profumi e quant'altro, più vediamo roseo e vivo il futuro.