20 giugno 2024

E' oggi, è oggi, è oggi


Secondo quanto inciso sul portale della chiesa di San Giovanni Battista in Pereto, oggi sono 500 anni da quando è stata fondata.

Questo succedeva il 21 giugno 1524; da quella data prende il via questo edificio e una parte della storia di Pereto

Lunga vita alla chiesa, lunga vita alla chiesa, lunga vita a Pereto.

30 maggio 2024

Comunicazione: Fine elenco idee

Da domani non verranno più pubblicati post con idee o suggerimenti. Mancano tre settimane al 21 giugno o poco più di quattro al giorno della celebrazione di San Giovanni a Pereto.

Quando si fa una ricetta, preparati tutti gli ingredienti, nel nostro caso le idee di questo blog, allora si passa alla preparazione per ottenere qualche risultato.

Tutto quello raccontato nei vari post sarà inserito in una pubblicazione da lasciare ai posteri, almeno una traccia da seguire per prossime manifestazioni. 

Invito a rivedere le idee proposte in questo blog per la manifestazione; sono state tutte raccolte in un tabellone elettronico (fai click sul link per accedervi), come evidenziato in un precedente post.

Se qualche volontario intende proporsi come realizzatore di una o più delle idee proposte, lo segnali al presidente della confraternita o al sindaco.

L'obiettivo dei 500 anni della chiesa di San Giovanni Battista non è quello di dire: io c’ero a quell’evento, bensì: io ho fatto qualcosa per Pereto.

Chi 'on mete, 'on va alla mola

A casa, ogni sera, alla conclusione della giornata, mia madre, Siena 'egliu Ramarru, ovvero Giordani Siena, controllava che tutto era a posto: rubinetti dell'acqua chiusi, luce spenta e gas chiuso. Controllava quello che c'era in frigo e cosa si poteva cucinare il giorno successivo. Controllava che papà avesse il cambio del vestito pulito e poi passava vicino ai nostri letti per controllare che dormissimo. Dopo Carosello dovevamo stare tutti a letto per essere pronti per il giorno dopo. Se serviva, si metteva a stirare qualche indumento necessario per urgenze o rammendava qualche panno. A mezzanotte circa si metteva a letto, la giornata era finita. Ancora pensava a cosa fosse andato bene o male durante la giornata (un resoconto) e cosa si doveva fare il giorno dopo o quelli a seguire (un progetto). Questa è stata la vita di una madre di vecchio stampo.

Con i pensieri serali di Siena si possono fare delle considerazioni sull'evento dei 500 anni della chiesa di San Giovanni Battista. 

Acqua passata 'on macina più, ovvero quello che è stato fatto è fatto. 

A manifestazione conclusa, vanno rimessi a posto gli attrezzi utilizzati, inviati i messaggi di ringraziamento, scrivere qualche articolo, controllare che non siano stati dimenticati qualcuno o qualcosa. Va chiusa la manifestazione e così si è pronti per le sfide del futuro.

Se l'evento  che verrà celebrato sarà stato utile per il paese, se avrà prodotto qualcosa, se si poteva fare di più o meglio lo diranno i posteri. Mi aiuto con un proverbio: Chi 'on semina, 'on raccolle. Di aiuto è pure questo proverbio: Chi 'on mete, 'on va alla mola.

Finora le processioni più lunghe svolte a Pereto hanno raggiunto la località La Mola. Se Pereto sarà riuscito con gli eventi in programma ad andare oltre La Mola lo dirà la Storia.

29 maggio 2024

Chi tè da fa, ‘on dorme

Uno dei pastori di Pereto fu Giacuminu, all'anagrafe Sciò Giacomo. Il giorno portava le sue pecore per i pascoli della pianura e la sera tornava a casa dopo una giornata di lavoro passata ad inseguire pecore, cani e qualche animale che dava fastidio al suo gregge. La vita del pastore era dura; doveva allevare più pecore e produrre più latte e carne. La vendita o il baratto significava la sopravvivenza in una economia povera.

Uno dei metri di misura di un pastore era il numero di pecore, ovvero più pecore, più abbondanza. Un'altra unità di misura era la rete dello stazzo.

Per non portare le pecore a dormire nell'ovile, le si facevano pernottare in un'area (u stazzu) delimitata da una rete realizzata da corde intrecciate e tese mediante dei paletti infissi nel terreno.

Al termine della giornata le  pecore andavano a "riposare" dentro lo stazzo. Più erano le pecore, più era grande lo stazzo e di conseguenza più lunga era la rete che lo delimitava. Rete lunga significava molte pecore e quindi più guadagno.

Nel ventunesimo secolo, era di Internet, si parla sempre più di fare rete, ovvero condividere risorse per far nascere più possibilità, Così più si allarga la rete e più aumentano le possibilità economiche, di scambio, di relazioni.

Per fare rete basta condividere tra più persone un obiettivo o delle risorse. Nel caso dei 500 anni basta condividere un messaggio con più mezzi possibili e con più persone. Si veda quanto scritto in uno dei post precedenti in cui si suggeriva l'idea di creare dei biglietti digitali (per chi è di Pereto, il post di Anna la postina).

Oltre a questa idea si può farne un'altra. Nelle vetrine dei negozi e dei bar, all'ingresso della scuola, del comune, delle chiese, nelle bacheche municipali va collocato un foglio di carta con sopra qualche scritta che invita ad inquadrare un codice QR che rimanda ad un sito web.

Su questo sito si possono aggiungere, aggiornare o cancellare notizie in base al passare del tempo ed all'avvicinarsi dell'evento dei 500 anni.

Basta fare una stampa di questo foglio e metterlo in bella vista. Se sabato o domenica prossima arriva un visitatore a Pereto e vede questo foglio, vede il codice e lo inquadra, da li scopre che Pereto si è attivato per celebrare una ricorrenza unica. Per curiosità qualcuno inquadrerà il codice e può sapere da subito che c'è un evento in programma in paese.

Questa la proposta del foglio/locandina, da scaricare e da apporre nei punti citati o quelli che ognuno pensa più idonei.

Per costruire uno stazzo e quindi installare una rete comportava un lavoro notevole per un pastore, Giacuminu lo sapeva. Cominciare a realizzare una rete con un codice QR ci vuole solo la volontà di affiggerlo, poi qualcuno aggiornerà le notizie sul sito web. Locali e forestieri, curiosi e "turisti di giornata" saranno informati ed aggiornati.

Un codice QR fa molto di più di un manifesto cartaceo. Se qualcuno lo inquadra ed il codice è collegato ad un sito, il link rimane memorizzato nel cellulare ed in ogni momento l'utente del cellulare lo può richiamare per visualizzare aggiornamenti, cosa che non è possibile con un manifesto di carta.

Grado di difficoltà nello stampare il foglio ed apporlo da qualche parte: prossimo a zero.

Non sempre cambiare equivale a migliorare, ma per migliorare bisogna cambiare.

‘on se dice quantu ce si missu, ma chi j’à fattu

Uno dei ruoli più strani in paese era quello della maestra. Per tradizione la donna doveva stare in casa, prepararsi il corredo andando a piantare, zappare, innaffiare. raccogliere, mettere a macerare, maciullare, sfilacciare, filare e tessere la canapa (se non lo faceva, con grossa probabilità non si poteva sposare non avendo il corredo realizzato con la canapa). A queste attività si aggiunga il controllo dei figli o il trasportato del mangiare al marito quando questi stava in montagna o in campagna a lavorare e non poteva ritornare per il pranzo. Mettiamoci pure che alcune seguivano i mariti pastori nella transumanza invernale. Il grado di analfabetismo maschile era alto, quello femminile era maggiore. Un donna maestra era una aliena per la gente del paese.

Mi viene in testa una delle tante maestre nate a Pereto e che hanno insegnato a Pereto, La maestra Maria, all'anagrafe Balla Maria. Molti anziani la ricordavano attenta, puntigliosa, precisa. La sua famiglia era una famiglia di maestri (la sorella, il marito, il cognato, la nipote). Le maestre nate a Pereto provenivano da famiglia benestante, altrimenti andavano a svolgere la vita della donna di casa (vedi quanto scritto sopra); così fu per La maestra Maria.

I compiti delle maestre erano tanti, eccone alcuni particolari: il richiamo al rispetto degli orari di ingresso a scuola (al mattino le ragazze prima di andare a scuola andavano ad accudire gli animali di famiglia), controllo dei capelli (i pidocchi regnavano sovrani sulla testa soprattutto delle ragazze che avevano i capelli più lunghi dei maschi). Dovevano fare in modo che le alunne seguissero le lezioni ed avessero nuove conoscenze per evolversi dalla vita rurale.

Il compito "noioso" era quello di riportare nei registri l'avanzamento delle singole alunne (presenze, date di interrogazioni e compiti in classe), la partecipazione all'attività didattica ed il comportamento. Ad ogni controllo dell'ispettore scolastico o richiesta dei genitori, la maestra aveva il registro con cui documentare il profitto di ogni alunna.

Questo compito della maestra fornisce lo spunto per un'attività: realizzare una cronaca degli eventi svolti (21 giugno venerdì, 24 giugno lunedì, 29 giugno sabato, 30 giugno domenica) con l'elenco delle persone che hanno dato la loro disponibilità ed hanno contribuito all'evento con qualche attività o prodotto.

Questo per lasciare un ricordo di cosa è successo per i 500 anni della chiesa. 

28 maggio 2024

Chi ha fede in Dio ‘on perisce mai

Raccontare dei vari iscritti della confraternita ci vorrebbero ore e volumi per riportare le loro storie. Quello rimasto più impresso nella mia memoria e di altri  è stato Giuanni ‘e Zuleppe, ovvero Penna Giovanni. Chi è iscritto alla confraternita di San Giovanni Battista lo ricorda come uno dei più vecchi iscritti.

Credo sia stato sempre presente alle processioni della confraternita ed era quello che sapeva molte storie e vicende della chiesa. Era iscritto alla confraternita, era socio delle soccide dei bovini che la confraternita dava in affitto, era uno dei più vicini alla chiesa (abitava nel rione La Ota) e quindi si impegnava per le processioni.

Nei suoi racconti parlava o faceva riferimento a San Giovanni Battista. Giovanni raccontava che nelle difficoltà, nei dispiaceri, negli imprevisti si è rivolto al suo santo omonimo. Come lui tanti altri. 

In uno dei giorni della manifestazione si potrebbero predisporre tanti biglietti colorati, si potrebbero pure timbrare con il logo della manifestazione, oppure ognuno utilizza un suo biglietto di carta. I biglietti dovrebbero essere non più grandi di 10 x 10 cm, altrimenti diventano ingestibili.

Cosa ci può scrivere? Qualunque cosa. Se lo desideri, lo puoi datare, o lo puoi firmare, o puoi disegnarlo. 

Una delle frasi che puoi scrivere (ne elenco alcune):

  • Grazie San Giovanni
  • Aiutami nella vecchiaia
  • Aiuta mio figlio/a
  • Proteggi la mia famiglia
  • Porta la pace nel mondo
  • Fammi trovare un lavoro
  • Fammi rimanere a Pereto a lavora e non mandarmi in Francia
  • ...

Non è la scrittura in se stessa a dare un valore al pezzo di carta, bensì quello che lo scrive, con il suo cuore, sono i suoi pensieri.

Non ci sono limiti di età per scriverli, né il numero di biglietti: ognuno può scrivere anche più di un biglietto. 

Un giorno prescelto della manifestazione si mette uno scatolone (grosso, perché spero che i biglietti siano tanti, in quanto le nostre necessità, desideri, sogni sono tanti ed il futuro è sempre incerto) nella chiesa, ai piedi dell'altare maggiore ed ognuno deposita il suo o i suoi biglietti. Non mette la carta in uno scatolone, ma affida le sue speranze ad una divinità. 

Al termine della deposizione dei biglietti, si raccolgono, si affasciano e li si depositano in qualche parte della chiesa, ben custoditi. Se venisse realizzata la capsula del tempo (vedi uno dei primi post) dentro la capsula andrebbero messi. Tra qualche secolo qualcuno apre la capsula e trova un messaggio affidato al tempo.

27 maggio 2024

Impara l’arte e mittila da parte

Altro personaggio di Pereto fu U Curtu, ovvero Camerlengo Antonio. Maestro elementare, sindaco, assessore, presidente di associazioni, ovvero ricoprì diverse cariche, ma quella più ricorda in paese fu quella di insegnante. Finita la guerra per anni ricoprì il ruolo di maestro in Pereto.  

Gli anziani del paese, suoi alunni all'epoca, hanno sempre ricordato le uscite in cui li portava a visitare qualche luogo del paese. Quando uno è bambino in un paese, gira e vede i vari punti dell'abitato ed intorno, ma quello più segreto, più fantasioso era Villa Vicario, una località situata ai piedi del paese, di proprietà all'epoca della famiglia  Vicario. Antonio chiedeva il permesso ai custodi della villa e vi portava i ragazzi.

Al suo interno vi si trova ancora oggi una cappella affrescata. Antonio affascinava gli alunni presenti alla "gita paesana" raccontando di gesta e fatti storici. Qualcuno dei suoi scolari, da adulto raccontava che a fronte dei racconti di Antonio, cercava nel terreno della villa qualche tesoro o qualche reperto storico. Le voci di paese riportano che furono trovate delle ossa, probabilmente di… qualche animale morto che nell'immaginario diventava drago o mostro.

Si può prendere spunto da queste gite del maestro Antonio per fare una visita guidata alla chiesa in onore dei 500 anni, con le classi della scuola di Pereto, ma anche con altre scuole, ad esempio quelle della Piana del Cavaliere. Un motivo per coinvolgere i ragazzi e per valorizzare la storia di questa chiesa.