Non si sposò, dimorò in una modesta abitazione, e visse sempre per i suoi cavalli. Uomo di valori di altri tempi, di lealtà: quando una parola era data, quella doveva essere rispettata, a costo di rimetterci.
Un anno andò ad opera con i suoi cavalli presso i Castelli romani per portare in alcune cantine i grappoli d'uva tagliati nelle vigne. Quell'anno si infortunò e fu ricoverato presso l'ospedale di Frascati. Qui un'infermiera lo curò come da protocollo sanitario e lui rimase impresso dall'attenzione mostrata nei suoi riguardi da parte di una donna. Rimase talmente colpito che per oltre quarant'anni rimase "fidanzato" con questa donna, ma... lei non lo sapeva.
Raccontata così questa storia sembra quella di una persona particolare. In tempi passati il fidanzamento, soprattutto in un paese come Pereto, era una cosa seria, con tanti passi da seguire per coronare un sogno, sogno che così rimase per Antonio per tutta la sua vita. Nel tempo si rammaricava di non aver colto l'occasione.
Questa breve storia ci insegna almeno una cosa: gli eventi capitano una volta nella vita e quando capitano vanno afferrati. Dopo che il treno passa, qualcuno lo aspetta ancora; alla stazione è possibile che il treno ripassi, nella vita è molto difficile.
Alcuni filosofi raccontano che il presente è il riassunto di quello che noi facciamo nel passato ed il presente è quello che da origine al futuro. Più il presente è ricco di eventi, emozioni, colori, profumi e quant'altro, più vediamo roseo e vivo il futuro.
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