Con gli zippitti e le frasche, accende il fuoco, lo rassetta e lo governa con gli attrezzi del forno. Mentre il forno inizia a scaldarsi, prepara l'impasto per i dolci. Una volta accesso il forno non si può fare una dose del dolce, ma più di una, visto che il forno consuma legna e dura poi diverso tempo. Così, con la scusa, prepara più dosi di un dolce o più dolci.
Anche se dopo ore di: inforna, controlla, sforna, informa, controlla, controlla, sforna, il risultato dei dolci non è possibile descriverlo. Basti dire che preparati, già il giorno dopo so scurti, ovvero sono finiti.
Un giorno mi sono cimentato con lei a fare dei dolci. Mentre li preparavo con lei, o meglio era lei che li preparava, io cercavo di essere il suo assistente, mi ripeteva: Lo si missu lo zuccaro, la farina la si pesata? Quanto ne si missu de cacao? Mi dava dei continui consigli o controllava che tutto c'era nell'impasto, questo durante la preparazione. Durante la cottura continuava ancora con i controlli: Controllemo se è bionda (ovvero è dorata la superficie), Il foco è cagliu (ovvero il forno sta fornendo il giusto calore)? Era attenta che nulla sfuggisse nella preparazione e che nulla andasse bruciato nella cottura. Il risultato doveva essere il prodotto di una attenta preparazione e di un continuo controllo.
Non era tanto la dose utilizzata per il dolce (una volta si dice quanto basta per indicare il quantitativo da utilizzare), bensì il controllo che permetteva di ottenere un risultato in base a quanto disponibile per fare la ricetta.
Morale: il controllo continuo è quello che rende vincente un prodotto o un'azione. In base poi ai controlli si fanno i relativi aggiustamenti per raggiungere l'obiettivo.
Giuseppina aveva scritto tutto nella testa, il suo piano era ed è sempre ben definito.
Se non hai un piano con almeno le azioni elementari da fare e se non svolgi continui controlli a quello riportato dal piano, l'obiettivo che si raggiungerà è scarso, oppure non servirà a niente.
Grazie Giuseppina.
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