27 aprile 2024

Alla fine se recontanu le pecore

Meuti Gaspare, meglio conosciuto come Caspirucciu, è stato uno dei tanti pastori di un paese in cui si era pastori o boscaioli, oltre che contadini. Ha vissuto oltre 90 anni da pastore e l'arte del pastore la conosceva. Fu uno degli ultimi pastori transumanti di Pereto, quelli che migravano verso la Campagna Romana in inverno. Si portava la famiglia e tutti gli attrezzi per gestire le pecore, oltre le pecore. Una vita di sacrifici e di lavoro duro: le pecore non conoscevano lo sciopero o le festività. Dovevano mangiare anche quando c'era la neve, pioveva o faceva freddo.

Per un pastore la famiglia era la cosa più importante, poi venivano le pecore. Andavano controllate, accudite, manutenute.

L'attività che era la base del pastore era il controllo; nota è la parabola del Vangelo in cui parla della pecora smarrita. Il pastore la va a cercare perchè per lui  è importante non perderne neanche una. 

Il pastore ogni tanto faceva un controllo del suo gregge per vedere quante se ne aveva persa qualcuna o era morta.

Durante lo sviluppo di un piano di attività è consigliato fare un controllo (oggi in termini tecnici si dice un recap, un riassunto) per capire le attività elencate, quelle mancanti e lo stato di avanzamento.

Nelle pecore il pastore aveva la sua sopravvivenza, doveva sempre controllare. Il controllo gli permetteva di essere vincente.

In un piano va fatto un controllo periodico per capire se il progetto sta andando avanti, per risolvere le criticità o per sfruttare le opportunità. In questo modo si centra l'obiettivo.

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